Moog Etherwave – Taratura ed estensione del range di ottave
Nota introduttiva
Questo articolo, scritto dall’amico thereminista Massimo Bendinelli, è l’ideale prosecuzione del precedente “Moog Etherwave – taratura di base”. Segnalo che quanto di seguito descritto si applica ai theremin Moog Etherwave standard ed Etherwave Plus
Giorgio Necordi
Premessa
Posseggo da qualche anno un Etherwave Plus e sin dalla prima accensione dello strumento mi sono trovato di fronte al problema di far produrre allo strumento cinque ottave complete, vale a dire partendo da Do1 per arrivare a Do7. Purtroppo riuscivo a suonare solo quattro ottave.
Basandomi sulle preziose indicazioni di Giorgio Necordi, sia su quelle del m° Alberto Martini (il quale ha costruito una replica dell’Etherwave Standars), sia sulle mie conoscenze di radioamatore e autocostruttore (il mio lavoro “vero” è quello del pianista e compositore) sono riuscito ad allargare l’estensione del mio Etherwave riuscendo ad eseguire con una completa apertura dell’avambraccio, ovvero mano appoggiata al petto > mano vicino all’antenna verticale, cinque ottave complete, ottenendo un paio di suoni gravi in più e una quarta giusta sopra il Do7.
Come può essere che uno strumento sicuramente non economico possa “soffrire” di questi problemi?, la risposta può essere tranquillamente trovata in una eccessiva tolleranza dei componenti, una vite dello chassis aggiunta, fili che passano vicino agli oscillatori e che ne modificano la frequenza … come si suol dire: “tutto può essere”. Proprio perché il Theremin è uno strumento “critico” per sua natura la prova è che le regolazioni dei nuclei Toko sono da fare “a occhio” ed e possibile ascoltarne il risultato solo dopo aver richiuso il coperchio di legno.
Estensione del range di ottave
La regolazione dell’estensione massima dello strumento avviene regolando il nucleo Toko marcato L5, sempre per tentativi e osservando se l’aumento di suoni acuti avviene con spostamenti del nucleo in senso orario o antiorario. Contestualmente si passa a regolare il nucleo Toko marcato L6 per far sì che il potenziometro “Pitch” azzeri l’estensione, ovvero silenzi lo strumento in posizione “ore 12”. Sostanzialmente L5 corre dietro a L6. Inoltre, secondo i tipi di nuclei Toko si possono trovare ferriti a taglio o a brugola. Per le regolazioni utilizzate SEMPRE e SOLO cacciaviti o brugole in plastica, ovvero quelle chiamate “anti induttive”. In questo modo non rischiate di rompere i nuclei in ferrite o di sbrecciarli. (vedi foto)
Come ripeto le regolazioni sono da fare “a occhio” in quanto lo strumento è spento e l’effetto reale lo si può avere solo con lo strumento chiuso.
Qui sotto l’immagine della posizione dei potenziometri prima di procedere alla regolazione e sul tavolo a destra il cacciavite a brugola in plastica.
Esperienza personale
Purtroppo, per tutta una serie di ragioni già descritte più sopra, potrebbe non essere sufficiente la regolazione del nucleo d’antenna L5 per aumentare l’estensione dell’Etherwave sulle note acute, quindi bisogna concentrare l’attenzione sul filo che collega lo stampato all’antenna e su quel rettangolo di stagnola su cui è avvitato un capocorda a cui è saldato un filo nero, ovvero una massa.
Questo è proprio il mio caso. (vedi foto)
In prima battuta ho sostituito il filo d’antenna con uno lungo il doppio in rame argentato. In questo modo ho potuto modellarlo al fine di allontanarlo dalla stagnola sottostante. Tuttavia non ho ottenuto risultati apprezzabili, ma non è detto che altri Etherwave possano dare il risultato sperato solo con questa operazione.
In seconda battuta, quella risolutiva, ho ridotto le dimensioni della stagnola. Essa è autoadesiva, non incollata e misura 10cm x 5cm. Per essere certo che influisse benignamente sull’estensione prima ho provato a staccare il filo che la collega a massa e difatti il mio Theremin è arrivato fino a sei ottave se non oltre. Ovviamente è assolutamente incontrollabile. Quindi ho ricollegato il filo nero e partendo dalla parte opposta al filo nero stesso ho cominciato a tagliare con un taglierino la stagnola trasversalmente, un centimetro per volta, regolando contestualmente L6 per la centratura del potenziometro “Pitch”. Via, via aumentavano i suoni acuti. Alla fine ho dimezzato le dimensioni della stagnola (5cm x 5cm) ottenendo un’estensione da Do1 a Fa7.
Conclusioni e raccomandazioni
Per mettere le mani in un qualsiasi apparecchio elettronico è necessario essere sicuri di quello che si fa e non improvvisarsi. Mettere le mani in un Theremin è ancora più difficile proprio per la sua connaturata instabilità e variabilità a seconda delle condizioni ambientali.
Inoltre: dopo un primo momento di sconforto che si può tradurre con la frase “… ma come, uno spende una cifra per comprare un Etherwave Moog, poi si trova a compiere tutte queste operazioni per accordarlo?“, vi è la grande soddisfazione di essere riusciti a “domare” la situazione.
A conforto di ciò la Moog ha pubblicato nel 2003 un manuale di modifiche dedicate all’Etherwave dal titolo “UNDERSTANDING, CUSTOMIZING AND HOT-RODDING YOUR ETHERWAVE ® THEREMIN”, prova evidente che in ogni caso la stessa Moog prevede che lo strumento necessiti comunque di un’affinatura da parte di chi lo possiede.
Nella speranza che questo mio contributo possa essere utile e risolutivo auguro a tutti un buon divertimento con questo meraviglioso strumento.
Massimo Bendinelli